La Pattuglia dell’Alba

Il surf, sia come sport che come filosofia di vita, è lontanissimo da noi: non abbiamo l’oceano, non abbiamo quelle onde – e neppure quelle spiagge…. Eppure, lo conosciamo bene, ci è familiare, come tutto quello che riguarda gli US: gli yankees hanno sempre usato il cinema per colonizzare il mondo, esportando e rendendo vincente il loro lifestyle, l’ideologia, la filosofia dei vincenti, e certo anche lo sport, surf incluso. Il primo pensiero va ovviamente all’immarcescibile ‘Big Wednesday’, seguito a ruota, o forse battuto sul filo di lana, da “Point Break”. E dopo il cinema, la musica: quindi, vai col surf pop e surf rock, surf music in genere. Qui non siamo in America ma in Sri Lanka, e l’Oceano c’è, eccome. E anche le onde… E anche qui i surfisti sono belli, tonici, sorridenti, indolenti e sicuri della loro fisicità. Arrivano all’alba con la loro tavola e scendono in acqua sorridendo e parlando sottovoce. Concentrati e pazienti, sanno attendere facendosi cullare dal respiro immenso dell’Oceano. Poi, attraverso segnali indecifrabili ad uno cresciuto a piadina e Adriatico, pagaiano come folli verso murate d’acqua scintillanti, si girano e saltano sulla longboard trasportati dalla forza sovrumana delle onde. Solo una manciata di secondi nei quali comandano il mare con piccoli movimenti dei piedi, delle braccia e del busto. Sono belli e pieni di potente armonia. Darei non so cosa per volare sull’onda come loro per 10 secondi ma il massimo che posso fare e cercare la luce giusta e fermarli in una foto…